Camerieri, Regno Unito

Regno Unito, stretta sul visto lavorativo: cosa cambia per gli italiani

L'innalzamento della soglia salariale per ottenere il visto complica le cose per i giovani italiani che aspirano a trasferirsi nel Regno Unito

La restrizione sull’entità del contratto di lavoro minimo necessario a garantirsi il visto e il diritto di soggiorno in Gran Bretagna renderà quasi impossibile per i giovani italiani trovare Oltremanica un’occupazione nella ristorazione o nella sanità. Questo l’effetto dell’ultimo giro di vite sull’immigrazione regolare nel Regno Unito messa in atto dal governo conservatore del primo ministro Rishi Sunak.

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Lo stipendio minimo per ottenere il visto

La legge anti immigrazione consiste in una stretta focalizzata in particolare sugli ingressi dei migranti legali autorizzati a entrare nel Paese come “lavoratori qualificati“. Prevede un’impennata da 18.600 a 26.200 sterline annue (cifra destinata a salire a 38.700 sterline entro l’inizio del 2025) della soglia minima del contratto richiesto per concedere un visto lavorativo a stranieri chiamati a ricoprire ruoli e mansioni in settori economici spesso flagellati da grave carenza di forza lavoro nel Regno. Visto che peraltro era stato già introdotto quattro anni fa, in attuazione definitiva del dopo Brexit, e che dall’inizio del 2020 ha di fatto messo fine alla libera circolazione fra l’Europa continentale e il Regno.

Pulizie in ospedale

Non solo salari, le ulteriori limitazioni

La restrizione ulteriore sull’entità del contratto minimo necessario a garantirsi ora il diritto di soggiorno prevede alleggerimenti solo parziali in alcuni ambiti – come l’assistenza sanitaria, ma pure la ristorazione – nei quali la penuria di manodopera sull’isola è più forte. Mentre si accompagna ad altre limitazioni diventate esecutive già un mese fa contro quelli che il Segretario di Stato per gli affari interni del Regno Unito, James Cleverly, ha bollato come “gli abusi” delle norme sui riavvicinamenti di familiari e partner di lavoratori stranieri forniti di permesso: rese da quest’anno più restrittive dopo che nel 2023 erano stati consentiti – secondo il governo – “120.000 ricongiungimenti per 100.000 lavoratori” nel solo comparto dell’assistenza. Nonché a un incremento del tributo aggiuntivo per la copertura sanitaria imposto agli immigrati da 624 a 1035 sterline all’anno.

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Gli italiani in Gran Bretagna

Attraverso i dati forniti dal console generale a Londra, Domenico Bellantone, il Messaggero ha fotografato il profilo della della comunità italiana in Gran Bretagna. Si tratta di 700mila connazionali, di cui 350mila registrati come residenti all’estero. L’età media è di 37 anni e il 30% (circa 200mila) di loro ha meno di 30 anni. Ma “da ora in avanti – spiega Bellantone – arriveranno quasi solo lavoratori dell’alta ospitalità, della ricerca scientifica qualificata, del managment alberghiero e del settore finanziario”.

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