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Violenza di genere, arrivano le lezioni alle scuole superiori

Dopo gli stupri di Palermo e Caivano, il ministero dell’Istruzione e del Merito istituisce nelle scuole superiori delle lezioni contro la violenza di genere

Cosa possono fare le scuole per tentare di offrire ai ragazzi una visione alternativa del sesso come abuso, prevaricazione, violenza? Da settembre dovrebbero partire, nelle scuole superiori di secondo grado, dei corsi per arginare i messaggi deleteri che ai giovani vengono trasmessi dalla cultura “machista” che ancora vige in certi contesti così come dalla pornografia, sempre più accessibile ai minori, che veicola un’immagine completamente distorta della sessualità.

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Valori malati nelle famiglie e contesti degradati

Lo stupro di gruppo sulla 19enne di Palermo e le ripetute violenze sessuali subite dalle due cuginette di Caivano fanno emergere un quadro sociale allarmante. Da una parte l’assoluto degrado di alcune aree del Paese e dall’altra l’assenza di umanità da parte di giovanissimi pronti a brutalizzare vittime indifese senza il minimo scrupolo. Un problema culturale, un’assenza totale di valori base come il rispetto dell’altra persona e della donna, contesti dominati dalla criminalità, famiglie assenti o che reiterano dinamiche di sopraffazione, violenza e abuso. La scuola potrebbe essere un luogo importante per controbilanciare queste visioni tossiche. Il governo ha annunciato l’istituzione, nelle scuole superiori di secondo grado, lezioni in classe contro la violenza di genere, che prevedono interventi degli stessi studenti.

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Lezioni di “educazione alla sessualità” nelle scuole

Il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, secondo quanto ha riportato il Messaggero, intende far partire fin da settembre, negli istituti scolastici di secondo grado, dei cicli di lezioni di “educazione alla sessualità”: corsi di formazione specifica sulla parità di genere, il rispetto dell’altro sesso e contrasto ad ogni residuo di “machismo e maschilismo”.

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Nelle scuole esperti e interventi dei ragazzi

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Le lezioni potranno essere tenute da esperti del settore (psicologi, rappresentanti di associazioni in difesa delle vittime di violenza, avvocati), ma dovranno prevedere un forte coinvolgimento degli studenti. Il modello è quello della “peer education”, educazione tra pari, con le lezioni tenute dagli stessi studenti. Ogni gruppo dovrà approfondire un determinato aspetto della violenza di genere. Le linee guida del ministro saranno presto recapitate ai presidi.

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Valditara: “Un paese moderno realizza parità uomo-donna”

“La violenza sulle donne è una cosa ignobile, dobbiamo sradicare i residui di una cultura maschilista, machista, nella società  italiana – ha detto il ministro Valditara, in un video su Youtube -. E la scuola è importante, fondamentale. La scuola costituzionale, quella che metta al centro la persona, una scuola aperta al territorio, centro moltiplicatore dello sviluppo del territorio”. “Dobbiamo avviare dalle scuole una grande mobilitazione che coinvolga tutte le forze sociali, una grande mobilitazione che sappia dialogare in positivo con le famiglie. Dobbiamo affermare a partire dalla scuola la cultura del rispetto, dobbiamo coinvolgere i ragazzi in prima persona che devono essere aiutati a prendere coscienza, autocoscienza, a capire perché la parità e il rispetto sono il bene e invece la sopraffazione, la discriminazione, l’offesa alla dignità sono il male”. “Cari ragazzi, un paese moderno – conclude il ministro – è un paese che sa realizzare un’autentica parità  tra uomo e donna, un paese moderno parte da voi”.

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