Violenza sulle donne

Violenza sulle donne, via libera alle nuove norme sul Codice rosso

Il governo mette mano al "Codice rosso" che protegge le vittime di violenza domestica e di genere. Il pm avrà tre giorni per ascoltare le donne minaccciate, altrimenti scatterà l'avocazione delle indagini

Il governo tenta di rafforzare il “Codice rosso”, la legge 19 luglio 2019, n. 69 che tutela le donne e i soggetti deboli che subiscono violenze, atti persecutori e maltrattamenti. La legge aveva già introdotto l’obbligo per il pubblico ministero di assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato.

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Ora l’Aula della Camera ha approvato una stretta a questo aspetto, che va nel senso dell’assoluta necessità di velocizzare le indagini in tutti i casi in cui la donna sia minacciata da un ex marito possessivo, un compagno violento, uno stalker. Se il pm incaricato non rispetta il termine dei tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato per ascoltare la donna vittima di violenza, il procuratore generale presso la Corte d’appello può disporre l’avocazione delle indagini preliminari. Ossia può assegnare il fascicolo a un altro magistrato in grado di intervenire in tempi immediati.

Violenza sulle donne

La modifica al Codice Rosso approvata con 200 sì

La proposta di legge, a prima firma Giulia Bongiorno (Lega), già licenziata dal Senato, è stata approvata in via definitiva alla Camera con 200 sì, nessun voto contrario e 61 astenuti (Partito democratico ed Alleanza verdi e sinistra).

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Femminicidi, strage senza fine

Dall’inizio dell’anno, sono 78 i femminicidi che si sono consumati in Italia. L’ultimo in ordine di tempo quello ai danni di una donna di 39 anni, Marisa Leo, uccisa a colpi di fucile a Trapani dall’ex compagno poi suicidatosi.

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Giulia Bongiorno: “Alle vittime serve velocità”

Soddisfazione da parte di Giulia Bongiorno, senatrice della Lega, presidente della commissione Giustizia di palazzo Madama, nonché prima firmataria del provvedimento: “Velocità è quello che chiede allo Stato una donna che denuncia una violenza ed il rafforzamento del Codice rosso rappresenta in questo senso un importantissimo passo avanti”, ha dichiarato la parlamentare, che ha aggiunto: “Adesso, se la vittima di violenza non viene ascoltata entro i tre giorni previsti dal Codice rosso, il procuratore potrà revocare l’assegnazione del fascicolo, assegnandolo a chi è invece in grado di intervenire subito. Una risposta tardiva ad una richiesta d’aiuto può avere conseguenze tragiche: il rafforzamento del Codice rosso permetterà di agire tempestivamente e spero che incoraggerà le donne a rivolgersi con fiducia allo Stato”.

Violenza sulle donne

Codice Rosso, norme essenziali ancora da approvare

Resta tuttavia ancora bloccato a Palazzo Chigi un pacchetto di misure approvate lo scorso 7 giugno che potrebbe ampliare la tutela per le vittime di violenza e arginare l’azione di soggetti pericolosi. In primis il potenziamento delle misure di prevenzione con il rafforzamento del divieto di avvicinamento alle vittime da parte di chi le minaccia.

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Così come l’ammonimento “rafforzato” da parte del questore che prevede la convocazione in questura dopo una segnalazione per atti di violenza domestica, cyberbullismo o atti persecutori (stalking). La persona “ammonita” può anche subire il ritiro di eventuali armi, anche se possedute legalmente.

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Dovrebbe essere introdotta inoltre la cosiddetta “flagranza differita” che consente l’arresto di un soggetto che non è stato colto sul fatto ma è stato individuato come autore di specifici reati (dai maltrattamenti in famiglia, agli atti persecutori fino alla violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare) sulla base di documentazione video-fotografica.

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