Si dice “Vedi Napoli e poi muori”. Perché una volta osservate tutte le meraviglie della città partenopea non ci sarebbe più niente di altrettanto meraviglioso da vedere. Ma proprio da quell’immaginario di bellezza gioiosa e malinconica parte Max Mara per la sua collezione Resort 2026, Venere Vesuviana, disegnata da Ian Griffiths. Nella sfilata andata in scena nella serata del 17 giugno, sotto la cascata scenografica delle scale in marmo della Reggia di Caserta, infatti, c’è tutta la cultura napoletana, con le sue Muse e il suo savoir faire sartoriale. E se la collezione sarà nei negozi a partire da novembre, dal 18 giugno sul sito della maison saranno disponibili quattro nuovi modelli dell’iconica Whitney Bag e cinque raffinati foulard in seta.

Venere Vesuviana: la sfilata della collezione Max Mara Resort 2026 a Caserta
Una giovane donna cammina spensierata per le strade di Firenze. Indossa un abito nero midi e uno scialle che lascia scoperte le clavicole, sotto al braccio un quaderno. Lei è Nina Lee Craig la celebre “American girl in Italy” dello scatto della regista e fotoreporter statunitense Ruth Orkins. Era il 1951 e per la prima volta lo charme e l’eleganza di una donna libera e indipendente che incantano lo sguardo maschile rimanevano impressi nell’immaginario comune. Ma in quello stesso anno nasceva anche la casa di moda emiliana fondata da Achille Maramotti, l’imprenditore che aveva capito che era alle moglie di medici e avvocati che bisognava guardare. Perché erano le donne del nuovo ceto borghese, in cerca di una moda che le rappresentasse.


Così la Collezione Resort 2026 di Max Mara, che ha sfilato a Caserta, all’interno del capolavoro barocco e neoclassico della Reggia voluta da Carlo Borbone nel XVIII secolo, non poteva che essere un’ode agli anni Cinquanta. Quelli delle sue origini, ma anche la decade di capolavori del cinema indimenticabili. Napoli Milionaria di Eduardo De Filippo del 1950, L’oro di Napoli di Vittorio De Sica (1954) e ancora Riso Amaro di Giuseppe De Santis. Allora, in passerella sfilano shorts arrotolati che ricordano quelli di Silvana Mangano, la mondina del film del 1949. Le gonne a ruota a vita alta con tasche sono un omaggio alla moda degli anni ’50 e le camicie e i top che esaltano le spalle e il décolleté evocano tutta la bellezza elegante e sensuale di Sophia Loren.


Tra sensualità voluttuosa e dandismo partenopeo
Bellezza sensuale e dandismo scanzonato sono il fille rouge della sfilata Max Mara Resort 2026 di Caserta. E accanto alle mise da sera tempestate di cristalli, agli abiti e ai capispalla del dna della maison, non mancano i capi chiave della sartoria napoletana. In particolare, quelli della storica boutique partenopea E. Marinella, che fondata nel 1914, con le sue cravatte e non solo, è tutt’oggi un punto di riferimento per la moda nazionale.


Il savoir faire dell’azienda di Riviera di Chiaia si unisce a quello di Max Mara per dare vita alle stampe sofisticate dei pyjamas in seta, da indossare di giorno e di sera, e ai ricami oversize sulla maglieria in cachemire. Ma la sartorialità napoletana è anche nelle camicie a righe rosa rosa e blu con i colli e i polsini bianchi, nei rigorosi fedora o nelle giacche destrutturate nei colori che caratterizzato la casa di moda di Reggio Emilia. Insomma, quello tra Max Mara e Marinella è un sodalizio che fa ben sperare: è l’unione di due patrimoni immensi del Made in Italy, di visione e sapienza. Gli stessi ingredienti che permettono alla moda nostrana di brillare ancora.

